Ragazzi: donate tempo e non fiori. Ragazze: donatevi Amore per voi stesse e non maschietti unti.

Ragazzi cari,

anche quest’anno vi prego, non donate mimose alle donne che amate, che reputate speciali, intelligenti, in gamba, indistruttibili nella loro leggerezza e fragilità, struggenti nella loro gioia e nel loro dolore, colorate e creative ma “costrette” con i piedi per terra dalle responsabilità

Vi prego, Signori, donate loro del tempo per se stesse, per fare quello che amano fare (sperando che non si infilino in un localaccio con maschietti tutti unti…sminuendo il senso bello di questa giornata speciale). Permettete che si prendano un giorno di ferie per leggere, per farsi una nuotata e una passeggiata al sole con un’amica cara, per fare un corso di scrittura creativa piuttosto che di cucina o di ceramica decorativa. Una giornata di volontariato. Una giornata alle terme o anche solo un’oretta di massaggio. Una giornata che sia diversa. Lasciate che si dedichino a se stesse senza pensieri o sensi di colpa, senza il terrore che il bimbo infili le dita nella presa della corrente creando un corto circuito tale da mandare a fuoco il palazzo mentre voi trafficate con qualche giocattolo elettronico. Fatele trovare la cena pronta e, possibilmente, le lavatrici stese così che il rilassamento non svanisca nell’esatto istante in cui varcano la soglia di casa.

Insomma, donate loro la cosa più preziosa al mondo: il tempo.

Ragazze care,

se è del tempo che avete ricevuto in dono, vi prego, non sperperatelo in postacci discutibili, non è questo il senso di questa giornata. Ricordatevi chi siete. Essere donna è un grande dono ma anche una grande responsabilità: comporta, tra “mille splendidi soli”, il dono di custodire la Vita ma ci chiede di essere limpide e luminose in qualsiasi cosa facciamo. Nella maggior parte delle situazioni dobbiamo faticare doppio perché ci vengano riconosciute competenze e adeguate remunerazioni, perché abbiamo qualche pargolo al seguito, perché ciò che ci caratterizza è poco tollerato e via dicendo…proprio perché abbiamo gli attributi per fronteggiare tutto questo non dobbiamo perdere mai la nostra dignità o cercare di essere quello che non siamo. Cerchiamoci Uomini degni di essere definiti tali per condividere il Cammino dell’Esistenza: è un cammino che, per quanto ne sappiamo, si percorre una volta sola ed è maledettamente breve. Non ha senso sprecarlo con chi usa violenza, fisica o psicologica che sia: sono la stessa cosa e hanno lo stesso peso e gravità, possono uccidere entrambe. Non ha senso sprecarlo con chi smette di guardarci con lo stesso stupore e gioia di un bimbo la mattina di Natale, con chi smette di farci sentire uniche e speciali nella nostra “normalità”. Viviamo la nostra “solitudine” con il coraggio che ci contraddistingue: il sole tornerà a splendere, prima o poi.

Insomma donatevi Amore per voi stesse: sarà amore che ne genererà altro…

Il mondo ha bisogno della nostra forza, non dimentichiamocelo mai.

Che possa essere per tutte una splendida giornata di sole!

“Julie&Julia” [sempre de noartri] declinato all’Osteria…

Il signor Feelfood mi ha fatto un regalone molto speciale! Occasione? Il nostro non-sanvalentino! È uno di quei doni che butta carbone nella fornace di un progetto. È uno di quei gesti che ti dice a chiare lettere “Sono a bordo” anche se la quotidianità e le esigenze di una Famiglia “ti costringono” con i piedi per terra. È una bella costrizione, ci mancherebbe, ma comporta il fatto che per un pochino il famoso cassetto rimanga chiuso. Non ditegli che ve l’ho detto ma  parte della dedica diceva che magari, un giorno, anche la nostra Famiglia sarà immortalata in un libro del genere. Che sogno luminoso!

copertinaMa torniamo a noi: che cosa mi ha regalato? Un fantastico libro edito da Slow Food Editore. Il titolo è “la grande cucina delle OSTERIE D’ITALIA” e raccoglie le 22 migliori e più promettenti osterie del nostro territorio secondo Slow Food, appunto. Osterie e trattorie vengono infatti definite dagli autori come il “futuro della ristorazione italiana” in quanto “principali ambasciatrici della nostra cucina nel mondo”. È un libro fantastico perché parla della storia e dei valori di queste persone e delle loro famiglie davvero fuori dal comune. Sono persone che hanno fatto delle loro cucine una vera e propria missione: qualità, genuinità e passione per un’operosa quotidianità dedicata all’ospitalità. Degno di particolare nota in questo volume sono le immagini che non si limitano a ritrarre cibo o salette agghindate per l’occasione ma ritraggono volti sudati, persone all’Opera, mani sporche e Anime colme, abbracci e grande senso di Comunità.

Ultimo ma non ultimo, alla fine di ogni Storia troviamo alcune ricette che i cuochi delle Osterie stesse ci hanno messo a disposizione. Bene, ho deciso, un po’ alla “Julie&Julia”, che le proverò per voi e poi ve ne racconterò i risultati. Tutto questo nell’attesa di saltare in macchina per andare a visitare questi posti unici di persona e parlarvene a ragion veduta. [Aimè, per le ricette con le frattaglie temo che avrò bisogno del signor Feelfood perché…proprio non ce la faccio].

In attesa che io mi metta ai fornelli, rieccovi i dettagli del libro “la grande cucina delle OSTERIE D’ITALIA” edito da Slow Food Editore (Bra, 2013).

Buona lettura e buon appetito!

12 mesi e…

lor per feel food speaks

…70 preziosissimi follower dopo,

…32 post dopo,

…12 libri di cui abbiano parlato dopo,

…17 ricette cucinate insieme dopo,

…innumerevoli posticini visti e da vedere dopo,

…tante chiacchiere dopo,

ma, soprattutto,

…1 bimbo meraviglioso e tanto amore dopo,

…tanti progetti dopo,

i nostri sogni sono sempre accesi e siamo ancora qui!

Questo blogghino ha saputo darmi/darci tanto. Ha saputo spronarmi se e quando sono scivolata nell’apatia della delusione, quella che spegne il sole anche in una giornata buona. Ha saputo ricordarmi che i sogni e i progetti più ambiziosi richiedono tempo e dedizione. Mi ha spinta ad assaggiare, a sperimentare, a conoscere nuove persone e i loro sogni nel cassetto; tra queste ho anche trovato chi il cassetto ha avuto il coraggio di aprirlo. Sono state grandi lezioni di fiducia e coraggio. Mi ha ridonato la bellezza del gioire e del condividere i successi altrui. Mi sono imbattuta in tante persone belle, con teste belle e idee luminose, talentuose e con progetti e sogni profumati di buono.

Insomma, GRAZIE A TUTTI! Per aver mosso i primi passi con me,c on noi, per essere passati di qui, per aver letto e detto la vostra, per aver tenuto compagnia alle parole perché dietro ogni singola lettera in queste pagine c’è una ragazza con un sogno grande come il mondo, che lotta e persevera e che, nel profondo del suo cuore, sa che ce la farà…prima o poi.

“It’s a new dawn, It’s a new day, It’s a new life for me and I’m feeling good”

Che dire…anno nuovo, vita nuova! Modo di dire quanto mai aderente alla realtà della nostra Piccola Famiglia. Ad un paio di mesi dall’arrivo del nuovo membro della Famiglia Feelfood (ecco il perché della mia momentanea scomparsa), la nostra vita è stata completamente ribaltata. La gioia e l’emozione, il profondo senso di Vita che stiamo vivendo sono impossibili da descrivere e, del resto, non è questa la sede; non voglio tediare nessuno. Per questo, dopo un primo momento di sonoro smarrimento, eccoci riprendere le redini anche del nostro blogghino. Ci piace farlo con qualche buon proposito per l’anno che ci accingiamo a vivere! Dato che il 2013 è stato oltremodo generoso con me, con noi, ora ci tocca essere ancora più generosi. Che figata!…tutto molto yogico, a modo nostro, non trovate?

Ecco i propositi Feelfoodiani:

–         dato che il fondamento di questo blog è l’inseguimento di un sogno, quest’anno  voglio parlarvi di persone che il loro sogno/progetto l’hanno realizzato; con cuore, tenacia e impegno costruiscono ogni giorno il loro domani alla faccia di tutti quelli che ci dicono che non è il momento! Che non ce la si può fare! E che caspita, non è mai il momento! Questo è il bello della questione!

–         voglio tornare a scrivere almeno 2 volte alla settimana: questo ritmo, che l’anno scorso mi ha tirata fuori da un pericoloso pantano, sarà il leitmotiv di questo nuovo intensissimo anno insieme!

–         voglio leggere e raccontarvi di qualche biografia: essendo io una completa neofita del genere, vediamo che ne verrà fuori

Mi è mancato un sacco scrivere qui dentro e leggere di e con tutti voi. Questo piccolo blog mi ha donato tanto, ora tocca a me ora restituire tutto il bene ricevuto.

Buon anno a tutti e a prestissimo, davvero, però!

E quale modo migliore di iniziare se non con “Feeling good” – Muse. Ragazzi, questo è stato il brano che ho ascoltato in sala parto pochi minuti dopo la nascita del nostro Piccolo Uomo…

Birds flying high
You know how i feel
Sun in the sky
You know how i feel
Reeds drifting on by
You know how i feel
It’s a new dawn
It’s a new day
It’s a new life
For me
And I’m feeling good

Fish in the sea
You know how I feel
River running free
You know how I feel
Blossom in the trees
You know how I feel
It’s a new dawn
It’s a new day
It’s a new life
For me
And I’m feeling good

Dragonflies out in the sun
You know what I mean
Butterflies all having fun
You know what I mean
Sleep in peace when the day is done
It’s an old world
It’s a new world
It’s a bold world
For me

Stars when you shine
You know how I feel
Said i’ll be fine
You know how I feel
Oh freedom is mine
And I know how I feel

It’s a new dawn,

It’s a new day,

It’s a new life for me,

Feeling good

POSTicini interessanti! A spasso tra vini e ciuchini per le Langhe e il Biellese con “tappa Muse” a Torino

Tutti coloro che, come me, sono addicted to Ally McBeal, capiranno perfettamente ciò che sto per dire:

dal concerto dei Muse dello scorso 29 Giugno, la mia sigla personale*  è Panic Station (play me)! Cammino persino a ritmo e alla fermata del bus, se non passa nessuno, ammetto che accenno ad un lieve movimento di bacino…

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Ma non tergiversiamo: ci sono un sacco di posticini di cui vi voglio parlare e che vi consiglierei di cuore! Le Langhe sono delle onde verdi ricoperte di vigneti e boschetti che sembrano un dipinto di Rembrandt! Forse ora fa un pochino caldo ma tra Maggio e Giugno devono essere un vero spettacolo! Nella mia infinita ingenuità (e infinita pazienza del mio compagno d’avventure) mi sono convinta di poter mangiare tartufo fresco in ogni periodo dell’anno ad Alba: brusco risveglio per me! Ma poco male perché, dopo aver fatto quattro passi per le viuzze di questa adorabile cittadina, ci siamo infilati in un’osteria a dir poco deliziosa: l’Osteria dei Sognatori. Posticino davvero semplice ed accogliente ma curato il che denota una grande attenzione per i dettagli. Adoro come è arredato, sembra di trovarsi nella sala da pranzo di una casa di campagna. Ci fanno accomodare raccontandoci che cosa bolle in pentola: non c’è menu da consultare ma solo pietanze fresche di stagione che vengono cucinate secondo la tradizione. Questo ci piace davvero tanto. Quindi, accoglienza, cura del dettaglio e cucina casalinga producono un risultato perfetto: abbiamo pranzato in gran tranquillità benché il locale fosse pieno e per una cifra davvero modica. Vero è che noi siamo abituati ai prezzi di Milano e limitrofi ma abbiamo mangiato come signori per un conto di soli € 40 (dalle nostre parti ci si mangia a fatica una pizza…). Raccomandatissimo!!
Trascorrendo un pomeriggio in pieno relax in un carino B&B alle porte di Torino, abbiamo ricaricato le pile per i Muse: in assoluto un gruppo che, almeno una volta nella vita, va visto dal vivo. Uno spettacolo vero e proprio curato in ogni minimo dettaglio al limite dalla maniacalità: video dedicati, ciminiere in fiamme, attori … e tutto questo solo come contorno a musicisti che, senza il minimo dubbio, meritano la fama che hanno. Due ore abbondanti di perfezione indiscussa: la potenza e la precisione vocale di Matthew Bellamy ci hanno davvero lasciati senza parole. E il resto del gruppo, che dire, superlativo.
39Vero è che, come accennavo all’inizio, Panic Station è ormai chiodo fisso ma poter urlare al cielo “It’s a new dawn, it’s a new day, it’s a new life, for me, and I am feeling good” è stato molto ma molto emozionante.
Anche se non sono il vostro gruppo preferito ragazzi (non sono il mio, del resto) meritano una serata della vostra vita!
La domenica piemontese è stata invece dedicata ad un’attività un po’ più rurale ma che profumava tanto di bene! A Natale abbiamo adottato un’asinella e quale migliore occasione per andare a trovarla? Al di la di questo, rubo solo 5 minuti a ciascuno di voi per parlarvi de “Il rifugio degli asinelli“. 38Si tratta di un’associazione che salva asini da maltrattamenti e li restituisce ad una Vita degna di essere definita tale in questo meraviglioso posto perduto tra le colline del biellese. Qui di seguito vi lascio il link al sito, per favore, dategli un’occhiata e, se ne avete voglia, prendete o donate in adozione un asinello esattamente come l’ho ricevuto io per Natale…sarà un dono molto speciale e un modo bello di dare una mano a questo ragazzi che ci mettono tutta l’anima che hanno per questi strepitosi ciuchini. Eccovi tutti i dettagli: http://www.ilrifugiodegliasinelli.org/
Ma, secondo voi, la Famiglia Feelfoodspeaks avrebbe mai potuto mai rimettersi in strada verso casa a stomaco vuoto? Sia mai! Seguendo il consiglio di una volontaria del Rifugio siamo stati catapultati in una trattoria negli anni ’60: il Ristorante Roma a Torrazzo (Biella). In questo posticino gestito da marito e moglie abbiamo degustato tutte le specialità del biellese, rigorosamente senza menu, preparateci dalla maestria di una donna votata alla cucina e serviteci poi da suo marito, un singolare signore sulla settantina, poliglotta e davvero sopra le righe. La qualità del cibo era davvero superlativa, richiamava la genuinità della cucina casalinga e i profumi delle verdure raccolte nell’orto la mattina stessa. In posti come questo, si va davvero oltre ogni pretenziosa eleganza: bontà, semplicità e tanta allegria fanno la differenza! Insomma, siamo entrati all’una con l’idea di metterci in macchina per le due…bene, siamo ripartiti alla volta di casa alle quattro e mezza felici e grati!
Mi raccomando fate buon uso di queste dritte per qualche weekend agostano e/o post vacanze per prepararvi ad affrontare l’inverno!
A presto!

* la psicoterapeuta di Ally McBeal, lancia cure come la “sigla personale”: canzone che per ritmo e/o contenuti è atta a per rinforzare l’auto-stima

Consapevoli per provare ad essere al sicuro: “Ferite a morte” libro e progetto di Serena Dandini

 ferite a morte

“Tutto nasce dal desiderio di raccontare in modo diverso le esigenze delle donne vittime di femminicidio: […] affrontiamo il dramma per quello che è senza far finta che non esista, attitudine sempre in voga nel nostro Paese che aggiunge oltre al disinteresse un sarcasmo diffuso.

[…] monologhi che nascono dalla voce diretta delle vittime, donne assassinate proprio in quanto donne, per mano di uomini, dei loro uomini. […] Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco.

[…] sono quelli che, superficialmente, la cronaca nera chiama delitti passionali, frutto di liti in famiglia dove, si sa, è meglio non mettere il naso. Sono morti annunciate. […] sono casi giudiziari che vengono liquidati come […] “un improvviso raptus di follia”. […]

Volevo che queste donne fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione dei fatti, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. […]

Ferite a morte vuole dare voce a chi ha parlato poco o è stata poco ascoltata nella sua vita, con la speranza di infondere coraggio a chi ancora può fare in tempo a salvarsi denunciando i suoi persecutori.

[…] il femminicidio in Italia è solo la punta di un iceberg che nasconde una montagna di soprusi e dolore che si chiama violenza domestica. La maggior parte delle vittime non ce la fa a denunciare per paura, per le possibili ripercussioni, per la vergogna, perché non sa dove andare e come sostentarsi, per non ammettere il fallimento del proprio matrimonio, per preservare i figli […]. Nel nostro Paese, dietro le persiane chiuse delle case, si nasconde una sofferenza silenziosa, ma di questi lati oscuri delle nostre famiglie conviene non parlare.

[…] Ferite a morte si è trasformato in uno spettacolo teatrale virale che, partito da Palermo, ha continuato il suo viaggio in lungo ed in largo per l’Italia perché in questo campo purtroppo non esiste un Nord e un Sud. […]

Ma se le donne sono vittime predestinate, gli uomini non vanno abbandonati ad una cultura che li vuole dominatori, violenti, ossessionati dal possesso. Anzi, andrebbero aiutati a trovare altre strade per gestire la loro rabbia e il loro dolore. Siamo tutti figli di un analfabetismo sentimentale che considera la prevaricazione e la violenza come possibili aspetti della relazione tra un uomo e una donna, un  dato di fatto che vede i maschi e le femmine imprigionati in questi rigidi ruoli, legittimati da una società patriarcale. […]

Finché il tema non sarà al primo posto della famosa agenda di un qualsiasi governo, le donne non si fermeranno e si faranno sentire con ogni mezzo. Mi auguro che anche Ferite a morte diventi uno di questi

 Tratto dall’introduzione di Ferite a morte di Serena Dandini

 

…e me lo auguro anch’io con tutta me stessa!

Questo tema mi è particolarmente caro come Donna profondamente libera e orgogliosa di esserlo. Vorrei tanto che ognuna di noi, nel proprio piccolo e indipendentemente dal “lato della barricata” nel quale si trova, potesse fare qualcosa.

Se siamo tra le fortunate che condividono il cammino con Uomo degno di essere chiamato tale, allora la consapevolezza ci deve rendere forti, ci deve svegliare, ci deve far venir voglia di fare qualcosa. Fosse anche solo un incoraggiamento o una parola di conforto superando la paura che generalmente ci paralizza davanti al dolore altrui.

E se siamo tra le vittime silenti…solo il coraggio di denunciare ci può offrire qualche possibilità di scampo. Al primo schiaffo o spintone! Senza giustificare: non esistono giustificazioni! Dobbiamo essere consapevoli di non essere sole e le sole, non ci deve essere vergogna o colpa ma una luminosa propulsione alla vita, alla luce, fosse anche solo per coloro che amiamo.

Nessuna di noi merita di essere ferita, in nessuna maniera, siano esse ferite psicologiche, morali, sessuali, professionali…mortali.

Vorrei tanto anche che questo messaggio arrivasse anche ai nostri uomini; vorrei che leggessero questo libro: la consapevolezza su un argomento così grande non deve essere solo prerogativa femminile, anzi!

Nelle ultime pagine di questo intenso libro troverete una serie di documenti e relazioni sulla situazione mondiale che fanno davvero paura ma non solo. Ci sono anche pagine nelle quali troverete i contatti utili: dove e a chi rivolgersi. Davvero importante!

Nella piccola e fortunata realtà di Feelfoodspeaks la voglia di fare qualcosa di concreto è sempre più difficile da contenere: la convinzione forte è che in ognuna/ognuno di noi il potenziale per dare una mano sia infinito!

La mia terapia, la mia meditazione, la mia preghiera

Era davvero molto presto domenica mattina quando, immersa nel silenzio della casa addormentata, sono entrata in cucina.

Pronta. Pervasa da una pace rara che solo la certezza sa conferire, di qualsiasi certezza si voglia parlare. Nel mio caso la certezza che la pasta si farà, a suo tempo, ma si farà. E sarà speciale!

Il silenzio, il piano di legno, la farina, le uova, un pizzico di sale, l’acqua, le mani, la pazienza, l’amore per la mia famiglia, la cura, l’attenzione.

Questa è la mia terapia, la mia meditazione, la mia preghiera.

I movimenti nell’impastare: un mantra che eleva ad un livello superiore, anzi no, parallelo. Un mantra che amplia lo spirito.

L’energia nell’impastare: vita che passa attraverso.

E poi c’era mia nonna con me perché la pasta viene un capolavoro: serviva una guida per un risultato simile. Perché lei manca da morire. E mi commuove profondamente vedere mia madre somigliarle sempre di più, nel suo lato migliore.

Finito l’impasto, tutto riposa per un attimo prima del taglio, prima di darle forma. La casa si risveglia, si ripopola. Non sono più sola in cucina con nonna. Ora ci sono tutti e da un momento quasi mistico si passa all’allegria dissacrante che caratterizza la nostra piccola tribù. Si accendono i fuochi che cuoceranno il condimento mentre l’uomo che ha scelto di condividere la sua vita come me affetta gli asparagi e le cipolle rosse di Tropea: che passione, che intensità.

E davanti al piccolo capolavoro che mettiamo in tavola, all’una in punto, per la famiglia al completo non posso che sentirmi in pace con il mondo. Mi estraneo dal vociare per un solo istante perché non mi voglio perdere nemmeno un secondo, guardo in fondo all’anima e mi sento fortunata, colma.

Sono a capotavola e voglio immortalare questo pranzo perché sarà uno dei più importanti della nostra vita e tutto è fatto con le mani, le nostre, esattamente come ci siamo fatti noi: con tenacia, energia e impegno. Genuinamente.

Ed è così che voglio che la nostra famiglia cresca.

Ed è per questo che parlo di “sentire” quando mi riferisco al cibo; perché questo coinvolge ogni sfera del vivere con una purezza rara e, al contempo, una ricercatezza unica. C’è vibrazione come fosse musica, c’è emozione come in una pagina di un libro.

Perché è di sentimenti che si parla sempre…altrimenti, che senso avrebbe?

POSTicini interessanti: Londra [part II]_book’n’roll & much more…

Dato che di cibo e bevande si è già parlato abbondantemente in POSTicini interessanti: Londra [part I]_craft breweries, pubs&Co., vi passo oggi qualche chicca per lo shopping. Ma tranquilli, niente a che vedere con i megastore di Oxford Street o di Bond Street (che trovate tranquillamente nelle vostre città) o il meraviglioso (anche se un po’ inflazionato) mercato di Portobello Road, ma…

…di nuovo, usciamo (un pochino soltanto, però) dai percorsi turistici e buttiamoci nel marcato dei libri “Riverside Walk Book Market”. Se c’è bel tempo, l’effetto è davvero incredibile. Si trova esattamente sotto il Waterloo Bridge, ogni giorno della settimana; decine di banchi ordinati con sopra ogni genere di libro, rigorosamente di seconda mano. Quale fascino ha questo luogo! 37Sarà perché, se si parla di libri, è sempre tutto molto speciale, sarà che a loro volta, i libri usati, appartengono a più universi, ma questo è un luogo davvero magico e le persone che vi gravitano attorno, davvero misteriose. Non ho potuto astenermi dal prendere per la libreria di Feel food speaks due mega classiconi made in the UK:

– D. Defoe, Moll Flanders

– J. Austen, Mansfield Park

Altro mercato davvero sopra le righe è quello che prende vita ogni sabato e domenica a Brick Lane: scendono in piazza una moltitudine di colori, di nazionalità e di personaggi che vendono qualsiasi tipo di oggetto e alimento. Ci ha colpito il giocatore di scacchi: preparare tre scacchiere sfidava contemporaneamente chiunque volesse partecipare alla partita. Geniale.

Se, come noi, vivete di musica come fosse pane quotidiano, sfregatevi bene gli occhioni e leggete qui:

33non potete risparmiarvi per nessun motivo una passeggiata in Denmark Street, la via della musica per eccellenza. Che vi giriate a sinistra o a destra, troverete solo strumenti e spartiti di ogni genere. Il colpo d’occhio è più unico che raro! Ci ha colpito una traversa di Denmark Street, un piccolo passaggio che conduce in una corte: tutta la parete (enorme) è tappezzata di annunci di musicisti in cerca di musicisti. Fulcro e genesi di band: fantastico!

A pochi passi da qui, nel cuore di Soho, mi raccomando, fate tappa obbligata da Sister Ray: un vero a proprio paradiso del vinile (nuovo e usato). Si trovano davvero chicche uniche, senza badare al genere (molto democratico)!

Vinili che hanno raggiunto casuccia nostra:

–          Smashing Pumpkins,  Chicago tapes and unreleased demos

E qui spendo qualche parola: vinile doppio con la stessa copertina, ma in bianco e nero, del loro capolavoro Mellon Collie and the infinitive sadness. Contiene alcuni brani, appunto, di Mellon Collie e una serie di inediti, alcuni dei quali suonati nel loro ultimo concerto di Milano al Forum che, fortunatamente, non ci siamo persi!

–          Madness, Baggy Trousers

Mitici, Londinesi, di Camden

Per info, sisterray.co.uk.

Last but not least: non perdetevi il temporary shop dedicato a Jimi Hendrix. Una vetrina che passa quasi inosservata su Gaston Street (traversa di Carnaby Steet) ma all’interno è un’esplosione! Oltre a interessanti cimeli del Genio e agli scatti originali di Gered Mankowitz, troverete tanta musica, la sua. Ci ha entusiasmato il piano interrato: prendi una chitarra (chiaramente FENDER) e suoni!

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Insomma: sono stati 4 giorno straintensi. La sensazione è stata l’aver vissuto un mese se si pensa alle persone incontrate, alle esperienze fatte, alla ricchezza acquisita.

Che possiate trascorrere altrettanto fantastici giorni londinesi!

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Saluto tutti (Londra inclusa) con uno scorcio di Cupido in Piccadilly Circus ascoltando

“Cupid de Locke” Smashing Pumpkins, dato che di loro si è parlato poco fa!

 

“We seek the unseekable and we speak the unspeakable
Our hopes dead gathering dust to dust
In faith, in compassion, and in love”

POSTicini interessanti: Londra [part I]_craft breweries, pubs&Co.

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Ho proprio voglia di portarvi a spasso per una Londra un po’ diversa dai soliti “luoghi comuni”. E’ di una Londra insolita di cui vi voglio parlare, sempre che vi sia qualcosa di effettivamente “omologato” in questa città dalle mille città.

Molto probabilmente questi POSTicini non apparirebbero nella mia tanto amata guida Lonely Planet ne, effettivamente, si affacciano sui percorsi turistici per eccellenza…ma sono interessanti proprio per questo.

Attenzione, lungi dal fare la radical chic! Ho amato questa città con tutti i suoi cliché, stereotipi e tappe del tipo “non puoi tornare a casa da Londra senza aver visto…”, ma tutto questo si trova, appunto, nelle guide. Se vi vien voglia, quindi, di una Londra diciamo un po’ più autentica, un po’ più dei londinesi, ecco qualche idea:

…al Cask per le eccezionali birre proposte…

26Si trova un po’ fuori dai circuiti turistici classici. Siamo a Pimlico (sulla Victoria Line) e a pochi passi dalla metro eccoci al Cask. Look anni ’70, ci si presenta in poltrone di pelle, un verde dominante e l’immancabile parquet ben vissuto. Ci fa sentire subito bene e subito in British mood andiamo spediti al bancone per degustarci:

–          Kirkstall Pale Ale del birrificio Kirkstall Brewery (per info kirkstallbrewerycompany.com)25

–          Sound Wave IPA del birrificio Siren Craft Brew (per info sirencraftbrew.com / sirencraftbrew.wordpress.com)

–          Gentlemen’s Wit del birrificio Camden Town Brewery (per info camdentownbrewery.com)

–          Camden Hell del birrificio Camden Town Brewery (per info camdentownbrewery.com)

–          Six Hop Ale del birrificio Dark Star (per info darkstarbrewing.co.uk)

Ci piace perché servono solo birre artigianali, ricercate e selezionate con cura e passione. La scelta è davvero enorme: al bancone sapranno ascoltare i tuoi gusti, proporti piccoli assaggi fino arrivare alla birra giusta. Fantastico!

Ci piace perché è ruvido ad autentico; c’è chi ride, chi legge, chi gioca a carte con gli amici e chi scrive post….

Ci piace la qualità delle pietanze.

(per info caskpubandkitchen.com)

…al Brew Dog per ottime birre e hamburger…

29Sul tavolo abbiamo trovato un piccolo libricino che parlava della storia di questo mitico birrificio scozzese. Nella quarta di copertina un’unica frase: “Love, Hopes & Live the dream”. Per quel che riguarda Feel food speaks è già più che sufficiente per giurare amore eterno a queste persone che ora, oltre a spillare davvero tante birre loro, hanno 10 locali sparsi per il Regno Unito e uno in apertura a Stoccolma. Noi siamo in quello di Camden Town. Altrettanto ruvido, questo locale è buio e il punk/rock è assoluto protagonista. Siamo a casa! Degustiamo:

–          Dead Pony Club (ovviamente) del birrificio Brew Dog (per info  brewdog.com)30

–          Hardcore IPA (idem)

–          Punk IPA (idem)

Ci piace come un piccolo birrificio sia diventato un tal punto di riferimento (e, perché no, un esempio) per chi fa questo mestiere.

Ci piacciono moltissimo le birre e gli hamburger che mangiamo

(per info brewdog.com)

…al Rock&Sole Plaice per un imperdibile fish&chips

fish&chipsImmancabile il fish&chips. Proprio non si può evitare. Quindi tanto vale dedicarsi al migliore (e più antico) posticino: il Rock&Sole Plaice.

Vi assicuro che da fuori (ma anche ai tavoli all’interno) non gli dareste un soldo bucato ma poi la qualità e la varietà del pesce, la croccantezza del fritto (totalmente privo di unto) e la consistenza delle patatine vi faranno ricredere. Merita davvero! E poi si trova a Covent Garden, un must!

…da Gail’s per un delizioso spuntino di metà pomeriggio a Soho…

Arriverete di certo davanti a Princi passeggiando per Soho, fantastico posto se siete a spasso a Milano, ma dato che siete a Londra, proseguite fino all’angolo con Victoria Rd: troverete questa adorabile panetteria/pasticceria. Ipnotizzati dalle torte in veratrina, potrete gustarne una fetta della vostra preferita accompagnata da un caffè caldo o un the (che con il freddo che fa in questa città non guasta mai)! Esattamente quello che abbiamo fatto noi!

Ci piace molto l’atmosfera semplice e luminosa; trasmette grande serenità ed allegria.

(per info gailsbread.co.uk)

…al Philomena’s per il mitico Sunday Roast

Dedicato alle famiglie nei pub la domenica sera, il Sunday Roast è un piatto unico davvero molto interessante. Si tratta di uno stufato di manzo (oppure maiale o pollo, a scelta) con verdure, patate al forno e Yorkshire pudding. Anche in questo caso, abbiamo girato e girato fino a trovare un pub che non esponesse menu con foto all’esterno: questo significa che è un pub per Londinesi. Ed eccoci al Philomensa’s – sempre in zona Covent Garden (40 Great Queen Street).

Ci piace che siamo stati accolti da una cover band dei Beatles: un unplagged fantastico subito fuori dall’ingresso del pub.

Ci piace perché ci sentiamo molto British e il Sunday Roast servito qui è fenomenale, anzi philomenale! La carne è davvero strepitosa con quel sughetto di brasato sul fondo.

Fine della Part I…ma la Part II è già in corso d’opera! A presto!…anzi…see U soon!